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Da una forte passione può nascere un progetto coraggioso quanto unico. Federico Anselmino, Mauro Cini e Claudio Col hanno dato vita ad Aviation Collectables Company, giovane casa editrice torinese nata nel 2013, specializzata in pubblicazioni di aeronautica, che puntano l’attenzione sui mezzi aerei utilizzati dalle nostre Forze Armate, dai Corpi dello Stato e dall’aviazione commerciale. Aviation Collectables Company. Il vostro nome si rifà indubbiamente al mondo dell’aeronautica, svelando sin da subito un forte interesse per il volo e l’aviazione.
Da chi e come nasce l’idea di un progetto come questo, unico nel suo genere?
Innanzitutto spendiamo due parole sul nome scelto per la nostra casa editrice: Aviation Collectables Company. L’obbiettivo che volevamo raggiungere era quello di trovare più che un nome un “marchio” che identificasse degli appassionati collezionisti di aviazione nella forma più ampia del significato, ma volevamo che fosse anche in inglese perché il mercato anglosassone è il più evoluto e quello che conta il maggior numero di appassionati di aeronautica, poi volevamo qualcosa di particolare che indicasse anche noi tre, così è nata l’idea di Aviation Collectables Company, roboante nome che altro non è che Anselmino Cini Col, cioè le iniziali dei nostri cognomi! L’idea di unire le forze per provare questa avventura ha un papà, ma come per tutte le cose che facciamo non lo citiamo perché siamo in tre, e a tutti e tre attribuiamo in egual misura successi ed insuccessi, idee geniali e banali, insomma siamo tutti e tre una sola cosa: Aviation Collectables Company. Per essere seri, siamo tutti e tre appassionati di aviazione fin da quando avevamo i “calzoncini corti”, da sempre giriamo per aeroporti a fotografare aeroplani, da sempre acquistiamo libri e riviste di aviazione e alcuni di noi, in passato, hanno già avuto esperienze come autori di libri e di articoli di aviazione su riviste specializzate. E’ nato tutto così, quasi per gioco, quando una sera, davanti ad una pizza, è uscita la magica frase “ragazzi ma perché non proviamo a fare gli editori di noi stessi?”… un brindisi ed eccoci qui.
Fermo restando che il mondo dell’aeronautica, a mio giudizio, sia affascinante ma, allo stesso tempo, dal punto di vista editoriale almeno, poco esplorato, quali sono le sfide che una giovane casa editrice deve affrontare per “prendere il volo”?
In Italia non sono molti gli editori che pubblicano esclusivamente libri di aviazione, il mercato non è vasto, ma credevamo, e crediamo, di avere i numeri per essere parte importante di questo mercato. La sfida più grossa è stata all’inizio, scoprire un mondo, quello dell’editoria, per noi assolutamente nuovo, ci siamo mossi senza nessun tipo di aiuto esterno, basandoci esclusivamente sulle nostre passate esperienze di autori, usando fantasia e buon senso, avendo sempre chiaro il risultato finale: il libro che avremmo voluto acquistare noi per primi! Volevamo pubblicare dei libri interessanti sia per Inesperto” ma anche e soprattutto per chi si è avvicinato da poco all’affascinante mondo dell’aviazione, quindi per il “neofita”. Volevamo editare dei libri come avremmo voluto trovare in libreria, cioè libri con un prezzo abbordabile (fattore ancora più importante in questo momento di forte crisi), libri con un corredo iconografico importante ma con poche foto “ufficiali” sfruttando i nostri archivi e quelli di appassionati come noi, libri esaustivi senza che diventassero un lungo elenco di termini tecnici o un noioso elenco di date e matricole. Volevamo dei libri che potessero trovare spazio nella libreria di chi ama guardare belle fotografie, ma anche in quella di chi ama conoscere la storia dei velivoli, di chi ama costruire modellini in scala, di chi vuole conoscere l’impiego di velivoli prodotti in serie limitate o utilizzati per brevi periodi o non così famosi da essere già stati trattati da altri autori/editori. La sfida più difficile è stata quindi quella di trovare il giusto equilibrio tra tutte queste esigenze che per noi erano, e sono, inderogabili. Dulcis in fundo, volevamo libri che fossero in grado di raccontare la poco conosciuta storia dell’aviazione in Italia anche all’estero e per questo tutte le nostre pubblicazioni sono rigorosamente bilingue in italiano e in inglese. Oggi, ci perdonerete un po’ d’orgoglio, possiamo dire di essere sulla buona strada, stiamo pubblicando una collana di monografie dedicata a velivoli che hanno servito o prestano tutt’ora servizio con l’Aeronautica Militare italiana ma è nostra intenzione ampliare la gamma a velivoli delle altre Forze Armate, dei Corpi dello Stato e civili; l’anno scorso abbiamo pubblicato il libro ufficiale sulla storia della Aviazione Navale nell’anniversario dei cento anni, inaugurando una collaborazione con la Marina Militare che ci auguriamo possa avere ulteriori sviluppi.
Il vostro pubblico è composto sicuramente da appassionati di aviazione. Vi sono altri scenari verso cui si rivolgono le vostre pubblicazioni?
Pubblicando libri di aviazione è naturale che la platea a cui ci rivolgiamo sia principalmente quella degli appassionati però esiste un importante mercato di “modellisti” cioè di persone che amano montare, verniciare, ambientare soggetti di qualsiasi tipologia, siano navi, aeroplani, soldatini, carri armati o automobili, per cercare di raggiungere questo potenziale mercato nei nostri libri c’è anche un capitolo dedicato agli amici modellisti che gli aiuta nel montaggio di un modello del velivolo oggetto della monografia.
Giovani ma molto coraggiosi! Quali sono – se ci sono – i progetti in cantiere per Aviation Collectables Company?
Se parliamo di anagrafica il termine “giovani” forse non è il più adatto essendo tutti e tre sulla cinquantina, ma se parliamo di età della casa editrice e di entusiasmo allora si che siamo e ci sentiamo giovani! Idee Aviation Collectables Company ne ha molte, alcune le abbiamo già realizzate, come la produzione di stampe, che abbiamo chiamato “Aviation Print”, riferite ad alcuni velivoli che e lo scoprirete poco alla volta!
Nonostante giochiate in casa, prendere parte all’lncubatore sarà sicuramente un’importante occasione di confronto. Che aspettative avete dalla partecipazione a questa edizione del Salone del Libro di Torino?
E’ vero che giochiamo in casa perché l’importante evento del “Salone del libro” si tiene a Torino, ma il nostro pubblico, quindi il nostro mercato è l’Italia e, come accennato prima, il vasto mercato anglosassone. Da questa manifestazione ci aspettiamo innanzitutto di imparare, di conoscere altre realtà piccole ma determinate come noi, di addentrarci sempre di più nel mondo dell’editoria, perché no anche digitale, che per noi è ancora in gran parte sconosciuto e di tornare a casa “ricchi” di idee e con ancora più voglia di andare avanti con questa stimolante avventura che si chiama Aviation Collectables Company.
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La nuova monografia dell’Aviation Collectables Company è dedicata al celebre “Macchino”. Quella del “339” è una storia che parte dal lontano 1972, quando il Ministero della Difesa emise una specifica per la realizzazione di un nuovo addestratore a getto. La Fiat presentò un modello aggiornato, soprattutto per la componente avionica, del G.91, che venne però scartato. L’Aermacchi, con la firma dell’ing. Ermanno Bazzocchi, mise in campo il progetto MB339 con sei differenti formule aerodinamiche e propulsive, pesi diversi e prestazioni, autonomia e manovrabilità che variavano da versione a versione. Ad aprile del 1982 l’addestratore avanzato dell’Aermacchi, l’MB.339A, sostituì l’MB.326 nell’allora SVBIA (Scuola Volo Basico Iniziale Aviogetti) di Galatina (Lecce) e da più di trent’anni il velivolo ha contribuito a brevettare migliaia di piloti dell’Aeronautica Militare. Entrato in servizio con l’Arma Azzurra, il “339” venne anche convertito nella sua configurazione armata e poco tempo dopo venne individuato come sostituto del G.91 per le “Frecce Tricolori”. In configurazione PAN, il “339” è lo stesso velivolo da addestramento con l’impianto fumogeno alimentato da due serbatoi alari. Più facile da pilotare rispetto al suo predecessore, il nuovo velivolo di costruzione italiana ha consentito di avere una formazione acrobatica più spettacolare: grazie al “Macchino” la PAN ha scritto, probabilmente, le pagine più intense della sua storia. Il nuovo lavoro di Marco Tomassoni ripercorre tutti i momenti più significativi della storia del “339”, con numerose fotografie a corredo, che impreziosiscono il volume. Con i contenuti proposti anche in lingua inglese la storia del velivolo italiano è raccontata anche nel suo impiego da parte delle aeronautiche straniere: degno di nota è l’utilizzo del “339A” da parte dell’Argentina nel corso della guerra delle Falklands-Malvinas e, nella versione CE, dal 1998 al 2000, da parte degli eritrei contro gli etiopi.
Squadra che vince, talvolta, si cambia, seppur in minima parte. La collana intitolata “ltalian Aviation Series” e dedicata agli aerei dell’AM nel dopoguerra, è intatti ormai quasi un appuntamento fisso in questa rubrica di recensioni. Ma i nostri lettori, che ormai avranno familiarizzato con i nomi degli autori, troveranno qui qualche “new entry”: i testi sono infatti di Marco Tomassoni, che si occupa anche delle note modellistiche (nei precedenti volumi appannaggio di Claudio Col) e della traduzione in inglese (assieme allo stesso Col). Mauro Cini, che sugli altri numeri della collana si occupava dei disegni, qui è affiancato da Marco Steffanoni. Infine Federico Anselmino, che era il principale autore dei volumi precedenti, qui rimane in qualità di impaginatore e fornisce illustrazioni del suo archivio privato. La veste grafica, infine, rimane quella già tracciata da Anselmino, Cini e Col per gli altri titoli. Non troviamo, questa volta, la collaborazione ai testi di Giancarlo Gastaldi. Detto ciò, veniamo al nuovo “protagonista” della collana, dopo il Panavia “Tornado” IDS/ECR, l’AMX “Ghibli”, l’F-16 ADF, il bimotore G.222 e lo storico addestratore Lockheed T-33 “Shooting Star” gli autori si sono focalizzati sull’Aermacchi MB-339A, che raccoglie oggi proprio una parte dell’eredità concettuale e filosofia del T-33; tra i due modelli ci fu l’importante MB-326, che ci auguriamo di vedere presto protagonista di una delle prossime uscite di Aviation Collectables.
Anche stavolta non mancano gli ingredienti che hanno caratterizzato questa collana, cura grafica, precisione storica, disegni di ottima qualità e foto di notevole impatto.
La collana “Italian Aviation Serie” prosegue con l’Aermacchi MB.339, ultimo progetto di Ermanno Bazzocchi portato in volo. Il testo, bilingue, segue cronologicamente lo sviluppo e l’impiego del velivolo, soprattutto presso il 61° Stormo, con un ampio corredo d’immagini, tutte a colori e spesso poco note: si passa così dall’iniziale livrea bianco-arancione (cosiddetta “Marlboro”) alla successiva NATO e infine all’attuale grigio. L’accento è soprattutto sugli aspetti tecnici e degli equipaggiamenti, con scarni dettagli sull’attività in sé. Nonostante il titolo, il volume tratta comunque l’intero servizio italiano della famiglia MB.339, compresi l’allestimento PAN, l’aggiornamento MLU e i CD con avionica digitale. Prototipi e dimostratori (dal monoposto K al JPATS) ed esportazioni sono riepilogate in sei pagine fotografiche. L’origine spotteristica è evidente nelle pagine dedicate alle principali livree speciali, mentre ai modellisti sono dedicate numerose pagine di dettagli, commenti al montaggio di un kit e otto profili a colori. Mancano, come negli altri titoli della collana, i disegni tecnici. Il risultato è un prodotto aggiornato e complessivamente equilibrato.
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Non vi è dubbio che il programma C-130J abbia permesso all’Aeronautica Mili¬tare, e in particolare alla 46* Brigata Aerea di Pisa, di dotarsi di un vettore affidabile e polivalente che è diventato, nei 14 anni dall’entrata in servizio, l’ossatura portante della componente da trasporto della Forza Armata. Il velivolo, entrato in linea operativa il 18 agosto del 2000, non ha soltanto sostituito la versione “H”, protagonista di numerose missioni in tutto il mondo, ma ha soprattutto incrementato le capacità del trasporto aereo, con un forte impulso alla specialità e un deciso innovamento dei compiti e ruoli. Con il traguardo delle 130mila ore di volo, raggiunto da un “130J” di Pisa lo scorso 12 dicembre, l’aeroplano ha dimostrato in modo definitivo di essere diventato un punto di riferimento nel set¬tore, versatile e sicuro in tutte le aree in cui è stato impiegato, dai climi più rigidi delle latitudini artiche a quelli roventi delle regioni desertiche. Il C-130J è un quadriturbina da trasporto in grado di realiz¬zare missioni di aviolancio di uomini e ma¬teriali, impiegato dalla 46° sia nella ver¬sione standard sia in quella allungata “J-30”. L’Aeronautica Militare è stata la prima forza aerea a utilizzare il vettore in teatro operativo, già agli inizi del 2001, per assicurare i collegamenti durante la crisi dei Bal¬cani. Nel mese dì marzo dello stesso anno nell’ambito dell’operazione UNMEE (United Nations Mission in Ethiopia and Eritrea) fu realizzato anche il primo trasporto sanitario speciale, creando all’interno della fusoliera, un ambiente in grado di accogliere una giovane donna ustionata in modo grave. La flessibilità del C-130J ha consen¬tito, infatti, di do¬tarlo di particolari equipaggiamenti la cui utilità va oltre lo stretto impiego mi¬litare: un esempio per tutti, l’ATI (Aircraft Transport Iso¬lator), la speciale barella che con¬sente il trasporto in sicurezza e in modo tempestivo di pazienti biocontaminati verso | strutture ospeda¬liere specializzate. Tra le capacità del 130J vi è anche quella del rifornimento in volo: il KC-130 è la versione “tanker” dell’aero¬plano da trasporto, anche questo in linea operativa presso la 46° Brigata Aerea di Pisa, che, equipaggiato con due sistemi a sonda flessibile montati sulle ali, riesce a rifornire due coppie di velivoli in meno di 30 minuti.
Questa nuova monografia dell’Aviation Collectables Company, con i contenuti, come è ormai consuetudine, proposti anche in lingua inglese, ripercorre le tappe salienti del Super Hercules attra¬verso un ricco corredo di fotografie, di patch e di riproduzioni di profili non in scala. Dai primi studi dell’LMAS (Loc¬kheed Martin Aeronautical System) agli inizi degli anni Novanta, ai ritardi del pro¬gramma europeo FLA (Future Large Aircraft), che darà vita all’A400M, e che im¬posero all’Italia la ricerca di un sostituto del C-130H in tempi brevi; sino ai tra¬guardi odierni per numero di ore volate e missioni completate con successo.
Per gli amanti del modellismo una se¬zione del volume è inoltre dedicata alle note per la realizzazione del montaggio in rapporto 1:72 del velivolo con alcune immagini di dettaglio per rendere il risul¬tato ancora più vicino all’originale.
Come si fa, viene da chiedersi, a scrivere la storia di un aereo appena entrato in servizio? In realtà è dall’ormai lontano 2000 che il Lockheed Martin C-130J serve con onore nell’Aeronautica Militare ed è il tempo di raccontare una storia già lunga di episodi e di vicende, come ben fa questo libro. Il testo, bilingue, ritraccia le origini e lo sviluppo dell’ultima versione dello Hercules, il suo impiego fino ad oggi con la 46a Brigata Aerea e, in un capitolo a parte, la versione tanker. Infine, per i modellisti, note tecniche e foto di dettagli. Le 64 pagine del libro sono illustrate da una scelta di foto ricchissima e particolarmente azzeccata e da sei profili a colori. Un libro, sotto tutti i punti di vista, centrato e realizzato in modo impeccabile.
Il team che fa capo alla collana “Italian Aviation Series” è diventato una certezza nell’editoria specializzata nazionale, per la puntualità con la quale rilascia le proprie pubblicazioni e l’eccellente livello qualitativo della collana sotto tutti i punti di vista: precisione dei testi, qualità delle immagini, cura dei disegni e della grafica. Come è noto, la collana è incentrata su tutti quegli aerei che hanno fatto grande l’Aeronautica Militare, soprattutto per quanto riguarda l’ultimo mezzo secolo di attività. Dopo il “Tornado” IDS/ECR, l’AMX “Ghibli”, l’F-16 ADF (limitatamente al suo breve soggiorno nella nostra nazione, a fare da “trait d’union” tra l’F-104S e il “Typhoon”) ed il G.222, è ora la volta di un altro aereo che, come il già citato F-16, non è soltanto italiano e costituisce da tempo un punto di forza di alcune tra le maggiori aviazioni del mondo, ma certamente ha scritto pagine importanti nella storia dell’AM: si tratta del quadrimotore da trasporto “Hercules”. Ciò che sorprende, però, è che la trattazione abbia scelto di focalizzarsi solo sul C-130J “Super Hercules”, senza prendere in esame, se non per minime menzioni di carattere storico, anche la variante H, che pure ha avuto la sua importanza in Italia. Prevediamo, quindi, un prossimo fascicolo dedicato interamente proprio al C-130H. Come avvenuto anche per i precedenti titoli della collana, anche questo fascicolo è il risultato di una lavoro di squadra: qui troviamo Marco Rossi per i testi, Mauro Cini per i disegni, Claudio Col per la traduzione in inglese e le note per i modellisti e Federico Anselmino per l’impaginazione.
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Iniziata quasi in sordina come prosecuzione di un’attività rivolta all’oggettistica, ai distintivi e alle stampe di velivoli, la collana di monografie aeronautiche della Aviation Collectables Company ha rapidamente accelerato il proprio ritmo, arricchendosi di numerosi titoli dedicati ai velivoli postbellici o contemporanei trascurati da altre iniziative analoghe. La formula prevede un testo bilingue, ampia copertura fotografica, note modellistiche (con dettagli fotografici e un originale sistema di indicazioni coloristiche, scritte direttamente su alcune foto), profili a colori (ma non disegni tecnici). Nel caso del biposto Lockheed, utilizzato come addestratore (a partire dal 1954) e quindi passato alle squadriglie collegamenti (fino al 1982), la monografia propone Immagini in gran parte di origine spotteristica o privata (dunque inedite e “pulite”, anche se talvolta ripetitive nelle inquadrature) che Illustrano l’uso presso reparti grandi (compreso il 2* Stormo) e piccoli (Gruppo Standardizzazione Nazionale). Tra le curiosità, l’esemplare civile statunitense presente a Torino nel 1973-77 per esperimenti di pioggia artificiale. Molto buona la carta e la qualità tipografica. Nel complesso, un’iniziativa valida e senz’altro destinata a crescere.
Il team formato da Federico Anselmino e Giancarlo Gastaldi per la stesura del testi, da Mauro Cini per i disegni e il progetto grafico e da Claudio Col per le traduzioni in inglese. le note per i modellisti e il contributo alla grafica, sta diventando sempre più prolifico e ormai la loro collana intitolata “Italian Aviation Series” è una certezza consolidala per tutti Quegli appassionati desiderosi di conoscere nel dettaglio gli aeromobili che hanno “indossato” il disco tricolore dell’AM nel dopoguerra. Dopo il Panavia “Tornado” nelle versioni IDS (Interdiction/Strike) ed ECR (Electronic Combat/Reconnaissance). l’AMX “Ghibli” (un aereo da attacco leggero, ricognizione e interdizione tattica). l’F-16 ADF (Air Defence Fighter) e il bimotore da trasporto G.222, questa vola il quartetto Anselmino – Gastaldi – Cini – Col decide di fare un grosso salto indietro e dedicare le proprie pagine a un modello che non solo merita di essere ricordato come primo addestratore avanzalo a getto italiano, ma che ricopre un ruolo fondamentale nella storia aeronautica mondiale: stiamo parlando del T-33A “Shooting Star” e della variante da ricognizione RT-33A, derivati dal Lockheed F-80C. il primo aereo a reazione prodotto in grande serie negli USA. Furono centinaia i piloti italiani che conquistarono la loro qualifica volando sul T-33 e, quando fu assegnalo alle Squadriglie Collegamenti, quest’aereo visse una seconda giovinezza; fu il primo esemplare preso in carico dall’Aeronautica Militare fu consegnato nel luglio del 1952 e la radiazione avvenne nell’aprile del 1982. dopo 30 anni esatti di carriera, con la donazione dell’ultimo esemplare rimasto alle “Frecce Tricolori”.
Another Bilingual text book, this time in Italian and English and split somewhat differently, as the narrative places (the two languages side by side throughout). Providing a brief introduction to the T-33’s development, this title focuses on its service with the Italian Air Force and includes dozens of fascinating previously unpublished images. Loaded with profiles, complete with a section dedicated to painting and modeling the Italian T-33A and RT-33A, this is a must have for any fan of the type, looking for markings options outside of the usual USAF fayre.
A refreshing look at a familiar type is the best way to describe this bilingual title. While the story of the Shooting Star will be familiar to many, the type’s service within the Italian Air Force has until now remained relatively unknown. Crammed within these 65 pages are ali the facts about the Shooting Star; fortunately the author has not dwelled too long on the T-33’s development. This is restricted to just eight pages and is quickly followed by the ‘rea! gems’ within the book…that of its entry into and service in Italy. For a mere trainer it’s evident that the Italians liked to photograph their aircraft and there’s a wealth of images, of which many have not been published before. Modelers will enjoy the close-ups of the airframe and throughout, the book is clearly aimed at both the aircraft enthusiast and those with kit-building in mind. Within the title are eight colour profiles, among which the RT-33As certainly capture the eye. The text is very informative and lists serials, squadrons and, in some cases, the pilots. I like the way the author has included original Lockheed pilots’ handbook pages to illustrate a point. The book concludes with a chapter devoted to making the 1/72 Heller T-33A/ RT-33A; the author provides the necessary notes to ensure the model will be as accurate as possible, although it would have been good to include a sequence of images for the reader to follow during the building process. For those who are fans of the Italian Air Force, of which there are many, l’d certainly recommend this title.
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Ancora una monografia riguardante l’Italian Aviation Series e precisamente il G.222, l’ultimo progetto a portare la firma dell’ing. Giuseppe Gabrielli e uno dei velivoli che ha rappresentato la colonna portante dei Gruppi da trasporto dell’Aeronautica Militare. Sebbene non particolarmente accattivante dal punto di vista del progetto grafico, non proprio il punto di forza di tutte le monografie di questa serie, il lavoro di Federico Anselmino e Giancarlo Gastaldi è sicuramente apprezzabile per i contenuti, come sempre proposti anche in lingua inglese. Le numerose fotografie a corredo, poi, impreziosiscono ulteriormente l’opera. Quella del “Gigione”, così era affettuosamente chiamato il G.222, è una storia che parte da lontano, precisamente dai primi anni Sessanta, quando venne emessa la specifica NBMR4(NATO Basic Military Requirement) per un velivolo da trasporto di tipo S/VTOL (Short/Vertical Take Off and Landing) che rispondesse a determinate caratteristiche, riviste al ribasso dall’Alleanza Atlantica dopo aver constatato la difficoltà delle industrie dell’epoca a realizzare un velivolo del genere. Partendo dall’ultima specifica, la NBMR 22, la Fiat presentò il progetto G.222 “Cervino”: la lettera “G”stava a indicare l’iniziale del cognome dell’ing. Gabrielli, il primo “2” si riferiva alla formula del bimotore e il 22 finale richiamava la specifica della NATO. L’Aeronautica Militare si vide assegnare il primo I esemplare di G.222 il 21 dicembre del 1971: era il prototipo NC.4001, MM582, codici RS-06 e nominativo I radio “Spera 06”. Ovviamente fu I preso in carico dal 3110 Gruppo del : Reparto Sperimentale di Volo per l’effettuazione dei test necessari alla “validazione” dell’aeroplano. Da quel mo-1 mento è iniziata la meravigliosa avventura del “Gigio”al servizio dell’Aeronautica Militare, che lo impiegò anche nei ruoli radiomisure e guerra elettronica. Meravigliosa avventura che si è conclusa sotto le insegne dell’8° Gruppo del 140 Stormo di Pratica di Mare, dopo aver avuto il “privilegio” di partecipare come unico velivolo italiano per la ricognizione elettronica all’Operazione “Unified Protector” contro la Libia del Colonnello Gheddafi. Il 12 dicembre 2012, dopo più di 40 anni di onorato servizio, che lo hanno portato a solcare i cieli dì tutto il mondo, il G.222 si è fatto da parte, lasciando il posto a un altro velivolo tutto italiano: il C-27J “Spartan”.
Another interesting subject for the library. This medium-sized transport has been nicely kitted by Italeri and is well worth a look if you like contemporary aviation but are weary of the F-16. The book is bi-lingual throughout – English and Italian – and provides plenty of useful views both inside and out, a development and service ?flH history, and some excellent colour profìles. A nicely produced monograph and a good introduction to an aircraft that deserves a little more attention.
Its design dating back to a NATO specification for a multi-role transport aircraft, the G.222 made its first flight in July 1970 and was in flight testing by July 1971.This lavishly illustrated book uses 113 colour and black & white photographs plus color profiles to examine the triumph of the Italian aviation industries’ combined efforts. Covering the design and development stages through the civilian and Italian military service, the title is rounded out with modelers’ notes {including an examination of the 1:72nd scale Italeri kit), technical data and a color guide. Italian / English Publication
Abbiamo ormai imparato a conoscere il marchio Aviation Collectables, un’editrice specializzata in agili e compatti fascicoli evidentemente concepiti per essere raccolti, tutti insieme, in grandi collezioni. Sotto quest’etichetta, un team ormai consolidato, costituito da Federico Anselmino e Giancarlo Gastaldi per la stesura dei testi, da Mauro Cini per i disegni e il progetto grafico e da Claudio Col per le traduzioni in inglese, le note per i modellisti e il contributo alla grafica, si è da tempo specializzato in una collana dedicata agli aerei che in tempi moderni hanno prestato servizio con i colori della nostra Aeronautica Militare. In questa serie abbiamo già incontrato il Panavia “Tornado” nelle versioni da attacco (IDS, Interdiction/Strike) e da ricognizione e guerra elettronica (ECR, Electronic Combat/Reconnaissance), l’aereo da appoggio tattico AMX “Ghibli” ed il caccia F-16 ADF (Air Defence Fighter), un aereo che, seppur per un breve periodo e come soluzione di ripiego, ha svolto compiti importanti nella difesa italiana. Il protagonista di questo nuovo numero è il G.222, nato sotto i marchi FIAT e Aeritalia e ultimo “gioiello” uscito dalla matita dell’ing. Giuseppe Gabrielli; un aereo a suo modo straordinario per l’eccellente robustezza, la manovrabilità senza pari, la capacità di operare in qualsiasi condizione decollando da piste corte e semipreparate e per la sua versatilità di utilizzo. Qui ne troviamo tutta la storia, dai primi abbozzi fino all’intera vita operativa. Dalla base del G.222 deriva il moderno C-27J “Spartan”, per il quale ci auguriamo che presto Anselmino, Cini, Col e Gastaldi realizzino un’opera dedicata.
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Another title from this Italian source, the F-86K was the NATO version of the F-86D Sabre, and as over 200 of them were built by Rat, it is an eminently appropriate subject for this series. As with the AMX book, it is a dual-language Italian-English publication, including nearly sixty photographs, accompanied by profiles, patches, and modelers’ notes. The Sabre’s Italian service is not widely covered, and this book certainly opens some interesting avenues for modelers, and with some excellent period images it is an highly enjoyable and atmospheric read – with some stunning air-to-air photographs in particular. Highly recommended, and we look forward to more from this series
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Nicely presented, bilingual Italian and English, and presented in full colour throughout, this book takes a close-up look at the Italian Naval air arm in its 100th year. While the photography focuses largely on current material, it nevertheless takes a look back at the history and equipment of the various units, and includes some interesting sections on early helicopter types and operations. Maritime aviation did feature in the early years, with Macchi flying boats and various other types seeing service, but the meat of the book covers aviation in the postwar period, and this it covers very well. Recommended to the enthusiast -especially if rotary wings are your thing.
Il libro “Cent’anni di Aviazione Navale” è stato scritto con la collaborazione della Marina Militare in occasione dei 100 anni dell’Aviazione Navale in Italia e presentato durante la cerimonia ufficiale di questo importante evento avvenuta nella base di Maristaer di Grottaglie (TA), alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina. Amm. di Squadra Giuseppe De Giorgi e del Comandante delle Forze Aeree della Marina, Amm. di Divisione Paolo Treu, che ha anche scritto la prefazione dell’opera, ringraziando “con sincera gratitudine….” l’autore per questa sua “spontanea e fervente passione. ..”. Il volume, nei suoi 28 capitoli, illustra la storia dei “marinai con le ali”, dal pioniere Mario Calderara fino ai programmi futuri quali l’introduzione degli UAS e del nuovo F-35 “Lightning II”. Ad ogni Base e ad ogni Reparto è dedicato un capitolo di approfondimento, mentre le utili appendici finali illustrano i dettagli tecnici degli aeromobili e delle navi dotate di ponte di volo. La parte iconografica è corredata da diverse foto inedite recuperate nelle varie basi e presso l’Ufficio Storico della Marina, mentre parecchie di quelle attuali sono state fatte dall’autore durante i voli che ha effettuato con gli elicotteri della Marina. Tutte le informazioni sui velivoli e sulla storia dei Reparti sono state raccolte durante le visite nelle basi che l’autore ha potuto fare grazie ad uno speciale permesso accordatogli dallo Stato Maggiore della Marina. Affascinante ed interessante è stata anche la visita a bordo della portaerei Cavour, nave ammiraglia della nostra flotta, dove ha potuto assistere al decollo verticale degli aerei Harrier e ad un elisbarco di truppe della brigata anfibia San Marco. Completano la parte illustrata dieci profili degli aeromobili, mentre la parte araldica proviene interamente dalla collezione dell’autore, che da più di 25 anni si dedica alla ricerca di questi stemmi e che ad oggi, nella sua teca, ammontano a più di 4.000. Il testo è redatto bilingue italiano/inglese. Il volume, a cui l’autore ha dedicato parecchi mesi di lavoro durante il proprio tempo libero, è il terzo in ordine di tempo scritto dall’autore, dopo quello “Aviazione dell’Esercito-Araldica e Storia” pubblicato in occasione dei 50 anni di questa Specialità del nostro Esercito ed il successivo “Storia e Araldica del Comando Squadra Aerea” presentato in occasione degli 85 anni dell’Aeronautica Militare.
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Semplicità concettuale e robustezza sono le principali doti che hanno caratterizzato, nel corso dell’ormai trentennale carriera, l’aereo da attacco al suolo ed appoggio tattico AMX “Ghibli”, frutto di una specifica italo-brasiliana seguita nel nostro paese da Aeritalia ed Aermacchi (oggi Alenia Aermacchi) e per la nazione sudamericana da Embraer. Un aereo nel quale ingiustamente all’inizio sono stati in pochi a credere e che ha dovuto conquistarsi la fiducia dei suoi utenti per dimostrare la propria validità. Questa storia, che costituisce uno dei più importanti capitoli dell’industria aeronautica italiana del dopoguerra, è ricostruita in modo eccellente dai due autori Federico Anselmino e Giancarlo Gastaldi, che nella stesura del testo hanno potuto contare sulla valida collaborazione di Claudio Col (per la traduzione in inglese e le note modellistiche) e di Mauro Cini (per i profili). A cura di Anselmino, Cini e Col è anche il progetto grafico. Nella fedele ricostruzione delle vicende storiche dell’AMX, dalla gestazione all’upgrade denominato ACOL (Aggiornamento Capacità Operative e Logistiche), dall’impiego con l’AM alla riproduzione delle varie livree e “special colors”, emerge, accanto alla competenza del team di autori e realizzatori dell’opera, anche una sincera passione e persino un pizzico di rimpianto verso un aereo nel quale sarebbe bastato, come si legge dalle prime righe, “osare” e investire un po’ di più per farne una macchina senza precedenti sul piano tecnologico a livello mondiale. Ma, pur frutto di un budget limitato, il “Ghibli” si è rivelato, nei più svariati contesti, un aereo efficiente e versatile che molti hanno apprezzato.
L’AMX è uno degli aerei in servizio più trascurati dalla stampa specializzata nonostante sia attualmente impiegato con successo su un teatro difficile come quello afgano. Un libro dedicato al piccolo caccia di casa nostra è quindi benvenuto, specialmente se ben fatto e ben stampato. La tipica livrea grigia del-l’AMX in servizio ha lasciato spazio solo in poche occasioni a colorazioni speciali ma queste sono tutte presentate sul libro a partire dalla livrea sperimentale per operazioni su neve fino alla splendida mimetizzazione tip Seconda Guerra Mondiale applicata nel 2006 per il 70° anniversario del 32° Stormo, completa di numero individuale rosso e di croce bianca sulla deriva. Con il testo ridotto per ragioni di spazio per la formula bilingue, il libro di 64 pagine si rivolge soprattutto al pubblico dei modellisti per i quali le oltre 120 foto ed i sei profili costituiscono una base di riferimento sicura. Ma l’AMX è stato trascurato anche a livello modellistico e gli autori hanno rintracciato un solo modello, della polacca Warrior Model, che richiede una certa dose di lavoro per ottenere un risultato pienamente soddisfacente. L’ultimo capitolo è così dedicato alla realizzazione del modello con il dettaglio degli interventi di modifica, una tabella dei colori ed una guida al cruscotto.
This is a new source for these pages, and one that we look forward to seeing more of, as the first samples of their books received have been singularly impressive. This particular title covers one of the most unsung aircraft of the modem area, the AMX International, a type scarcely kitted in any scale, and a major gap in the collections of many. Fortunately this drought is set to end, and with kits on the horizon this book is very welcome. The AMX is a ground-attack aircraft designed for dose air support and reconnaissance missions. It was built up until 1999 by AMX International, an Italian-Brazilian joint venture, and is designated the A-1 by the Brazilian Air Force. The AMX is capable of operating at high subsonic speed and low altitude, by day or night, and if necessary, from bases with poorly equipped or damaged runways. Italian aircraft have operated over both Libya and Afghanistan in recent years, and while it may have crept ‘under the radar’ as far as many of us are concerned it is, nonetheless, a charismatic and relevant small jet type that deserves some closer attention. This title takes a dose look at the aircraft, and the Italian/English language text offers chapters on development and operations, covering the aircraft’s service to date comprehensively with a great many excellent photographs, and seven color profiles. Over 100 color photographs are accompanied by unit patches, diagrams, modelers’ notes and a list of serials. This is currently the definitive book on the type, and is an essential addition to any library of contemporary aviation.
Dopo Tornado IDS-ECR e F-16A Air Defence Fighter, la Aviation Collectables Company presenta il terzo fascicolo della collana “Italian Aviation Series”, dedicato questa volta all’AMX, velivolo monomotore da attacco e ricognizione ancora in servizio con l’Aeronautica Militare. Questa pubblicazione, realizzata sempre da più autori, ricalca perfettamente l’impostazione delle due precedenti, ripercorrendo le tappe salienti del “Ghibli”, nickname attribuito al velivolo negli anni Novanta, dalle origini ai giorni nostri. Era il 29 maggio del 1989 quando l’esemplare MM7091 fu preso in carico dal 3110 Gruppo del Reparto Sperimentale Volo, per iniziare quello che sarebbe stato, nonostante qualche piccola difficoltà, un lungo percorso operativo con l’Aeronautica Militare. Da allora, il “Topone”, così era simpaticamente chiamato l’AMX per via del radome nero e delle prese d’aria laterali che, visti frontalmente, ricordano il musetto di un topo, ha operato con il 2°, 3°, 51° e 32° Stormo. Il volume, completamente bilingue, italiano-inglese, affronta con un capitolo dedicato l’impiego bellico del piccolo cacciabombardiere, iniziato nel 1993 sulla Bosnia con l’operazione “Deny Flight” e ancora in corso in Afghanistan con il Task Group “Black Cats”, nell’ambito della missione ISAF (International Security Assistance Force), senza, ovviamente, tralasciare le recenti attività sulla Libia, che hanno portato gli AMX ACOL (Aggiornamento Capacità Operative e Logistiche), a fornire il proprio, importante contributo in “Unified Protector”. Interessante, per gli amanti del genere, una corposa sezione dedicata alle note modellistiche per ricostruire in scala 1/72, questa la scelta degli autori, l’esemplare MM7191, codici 51-34, basato a Herat nell’ottobre del 2011. Per una pubblicazione del genere, certamente, è d’obbligo un ricco “corredo” iconografico: 120 fotografie, quasi tutte a colori, 28 riproduzioni di patch e sette profili esatti nel disegno e nei particolari contribuiscono a rendere la lettura più scorrevole e interessante. A queste si aggiungono tabelle che riportano dati tecnici, armamenti e tutte le matricole dei velivoli dall’Aeronautica Militare. Insomma, seppur con qualche piccola imprecisione, AMX Ghibli può rappresentare un ottimo punto di partenza per conoscere meglio quello che gli autori stessi hanno definito un «velivolo controverso».
Certo, non è uno di quegli aeroplani di cui ci si possa innamorare a prima vista, ma alla fine (a trent’anni dall’inizio del programma] l’AMX il suo mestiere lo fa, e bene. Almeno dal 2007, anno in cui sono “rientrati” in servizio gli esemplari aggiornati allo standard ACOL (Adeguamento capacità operative logistiche]. E lo dimostrano i risultati ottenuti nei rischieramenti all’estero per impegni internazionali (Afghanistan). Al caccia tattico sviluppato da Alenia, Aermacchi e Embraer all’inizio degli anni Ottanta è dedicata una monografia di Aviation Collectables Company, che ripercorre tutte le fasi dello sviluppo del progetto, della sua evoluzione, dell’impiego operativo. La dettagliata descrizione di impianti e sistemi è accompagnata da una messe di immagini a colori e da una serie di profili. Come sempre, le ultime pagine sono dedicate agli aeromodellisti: consigli di montaggio, dettagli di costruzione, “segreti” per rendere i pezzi il più simile possibile agli originali.
The AMX aircraft has always been a controversial aircraft in the eyes of the Italians. The result of a rather generic and simplistic request, where cost-awareness seemed to prevail over performance and potential benefits to the Air Force itself and the aeronautical industries, the AMX has not always received the attention and praise it deserves. It may be true that installing the Rolls-Royce Spey engine and not to use a modem radar for navigation and attack sometimes hampered the performance and flight characteristics. It is also certain that, once installed with upgraded avionic equipment and a full weapon load, the AMX is now viewed as an excellent attack aircraft, well able to perform its assigned tasks: tactical support to ground troops, Night attack and reconnaissance. There have been no NATO exercises where the AMX has not proved its capabilities in a worthy fashion, and the type is now viewed as an integral part of any deployment of Italian Air Force assets. With such a record it’s surprising that it has taken this long for a soft-back title to be published on this remarkable aircraft. The dual-language text is split between Italian and English and begins with the development and prototype testing of the AMX, through to its entry into service with the Italian Air Force and later combat deployment to Afghanistan and flying alongside the USAF’s aircraft in Exercise Red Flag. As a modeler there’s everything one needs here. Pin-sharp images, probably some of the best profile artwork being produced, a modeling guide which explains how to make a good 1/72 AMX and a double-page spread of walk-around images. Simply a brilliant and great value reference title.
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Primo libro dedicato all’F-16 Fighting Falcon italiano, un aereo interinale, introdotto in servizio per riempire il vuoto fra l’uscita di scena dell’F-104 ASA e l’arrivo dell’Eurofighter, e destinato a sua volta a lasciare il servizio a metà 2012. Questo valido lavoro di 64 pagine, con un testo in italiano e inglese, necessariamente breve ma completo, presenta brevemente la genesi dell’F-16, il suo servizio italiano, il programma Peace Caesar, l’impiego con il 5° Stormo a Cervia e con il 37° Stormo a Trapani Birgi, fino all’intenso ma incruento impegno bellico nella missione “Unified Protector” nel cielo della Libia. Il libro offre tutti gli “assetti” di prammatica: una gran quantità di foto di ottima qualità, in buona parte nuove per noi, e con illustrate le numerose livree speciali, note modellistiche, elenco delle matricole e sei profili a colori. Ottima la grafica e la qualità di stampa.
Il panorama editoriale aeronautico italiano si è arricchito di recente di due nuovi titoli e, soprattutto, di un nuovo editore. Si tratta, in entrambi i casi, del frutto del lavoro di tre appassionali torinesi, già attivi collaboratori di testate specializzate o impegnati in campo grafico. Di qui alla produzione completa il passo è stato breve. I primi due titoli sono dedicati agli aerei da combattimento oggi in linea nell’Aeronautica Militare. L’approccio è quello ormai classico per le monografie, con un testo bilingue italiano/inglese (peraltro perfettibile) che funge da asse portante per le fotografie, qui sempre a colori grazie al periodo trattato. In più vi sono l’appendice modellistica, i profili a colori (ma non un disegno tecnico), i distintivi dì stoffa (“patch”). Il testo è aggiornato agli eventi più recenti, anche con spunti meno noti, e tra le fotografie non mancano le sorprese quali gli F-16ADF restituiti agli USA e tornati nel deposito di Davis-Montan dal quale furono estratti per essere noleggiati all’Italia. Ampia la documentazione di livree speciali e commemorative. Nel complesso si tratta di buoni prodotti commerciali, ben costruiti sulle esigenze del pubblico di riferimento.
Il secondo volume della collana “Italian Aviation Series” della casa Editrice “Aviation Collectables Company” è dedicato al velivolo F-16 nella verone ADF (Air Defence Fighter ) In servizio presso l’Aeronautica Militare. Il progetto, ed è questo il valore aggiunto del lavoro, traccia un percorso innovativo tra le pubblicazioni specializzate in Italia e affronta, per la prima volta, le vicende relative alla decisione di Forza Armata di dotarsi del caccia statunitense per la Difesa Aerea nazionale, In attesa della transizione sull’Eurofighter 2000. Si tratto di una scelta molto importante che ha consentito ai reparti dell’A.M. Un vero e proprio salto di qualità rispetto alle versioni aggiornate, ma ormai obsolete, degli Starfighter. Tutto questo gli autori riescono a fornire una visione d’insieme, un percorso lineare all’insegna della chiarezza, mettendo in luce, a par-lire dalle origini e dai successivi sviluppi della macchina, i parametri del contratto di cessione temporanea FMS (Foreign Military Sale) fra il nostro Paese e gli Stati Uniti, un pacchetto che prevedeva in origine il raggiungimento di 45 mila ore di volo complessive, con una media di 43 sortite minime giornaliere da effettuarsi a partire dal 2003 e fino al 2010 utilizzando 34 esemplari di F-16 Fighting Falcon nella versione ADF. Alla prova dei fatti, il velivolo, destinato a equipaggiare il X e il 18° Gruppo del 37° Stormo di Trapani Birgi e il 23° Gruppo del 5° Stormo di Cervia, dopo il ritiro degli F-104 e dei Tornado F.3. e stato per quasi due anni l’unico mezzo in grado di garantire il SSA (Servizio di Sorveglianza degli Spazi Aerei) con cellule di QRA (Quick Reaction Alert) 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. A oggi, dopo il prolungamento del programma lino al 30 giugno 2010 solo il 18° Gruppo del 37° Stormo è ancora equipaggiato con gli ultimi F-16 ADF con cui ha partecipato alle operazioni durame i giorni della crisi libica. Il volume, completamente bilingue italiano-inglese, non si limita ad analizzare gli avvenimenti principali della lunga storia del Fighting Falcon ma contiene, infatti, più di 120 fotografie a colori. Oltre a riproduzioni di patch oltre allo spaccalo del motore, due pagine centrali con sei profili esatti nel disegno e nei particolari, sezioni dedicate alle note modellistiche, alle caratteristiche tecniche, agli armamenti e ai numeri di matricola militare. Tutto questo lo rende un ottimo testo di riferimento che cerca di soddisfare tutte le curiosità del lettore.
È rimasto in linea solo nove anni, ma è entrato nel cuore degli italiani come se fosse stato in servizio per diversi lustri. È l’F-16A/ADF, la versione da difesa aerea del caccia leggero Lockheed Martin, che l’Aeronautica Militare ha “affittato” dal governo Usa in 34 esemplari, dal 2003 al 2010 (poi rimasti fino al 2012) per riempire il vuoto creato dal ritardo del programma Eurofighter. Gli ultimi hanno lasciato l’aeroporto di Trapani il 28 maggio, decretando la fine dell’era dei Viper italiani.
Questo volume, che ripercorre tutte le tappe del programma industriale e dell’impiego del caccia in Italia, ha testo bilingue italiano/inglese e un ricchissimo corredo fotografico, cui si aggiungono disegni di profili a colori, note e dettagli per i modellisti. Per gli appassionati ci sono anche l’elenco delle matricole attribuite agli esemplari dell’AM e le tabelle di caratteristiche e prestazioni e degli armamenti.
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…in decollo con il Panavia Tornado dell’A.M.I.
Nel pur vasto orizzonte, nazionale ed europeo, dell’editoria specializzata aeronautica ha spiccato il volo una nuova, pregiata ed eccellente realtà : “Aviation Collectables Company”. Ideatori ed ispiratori della scintillante e policroma pubblicazione tre autentici appassionati del volo e dell’aviazione civile e militare: Federico Anselmino , Mauro Cini e Claudio Col. Il loro primo obiettivo, ampiamente centrato, è costituito da vaste ed approfondite ricerche storiche e bibliografiche che con un esauriente excursus, eccezionalmente dettagliato, illustra uno dei più ed affermati prodotti dell’industria nazionale ed europea: il “Tornado IDS – ECR”. La completezza della pubblicazione, ricca di 64 pagine magistralmente illustrate e commentate, fa sì che qualsiasi appassionato o cultore, di volo e di aviazione, troverà, nelle ampie schede descrittive, ogni risposta alle proprie curiosità d’indagine conoscitiva sullo sviluppo, realizzazione ed impiego del famoso “Tornado” che ancor oggi, e per ancora lunghi anni, costituisce una irrinunciabile struttura portante della nostra difesa aerea nazionale. L’impegno editoriale assunto dai succitati “esperti ricercatori/aviatori” è molto ambizioso e riguarderà, nei prossimi, mesi l’uscita di altre simili pubblicazioni che si interesseranno di tant’altri famosi velivoli che hanno efficacemente contribuito all’affermazione, in tutto il mondo, dell’aviazione operativa militare. Ci riferiamo ai velivoli F-86E, F-86K, F-84G e RF/F-84F, T-33 e RT-33, Vampire, F-104G, G.91R/T ,PAN MB.326, MB.339, C-119, C-47, C-45, SM.79, SM.82, G.12 e G.212, che prodotti in migliaia di esemplari hanno equipaggiato le Forze Aeree di decine di paesi in ogni continente. La precisa traduzione –a fronte pagina – in lingua inglese, inoltre, conferisce alla pubblicazione uno speciale pregio in quanto la rende fruibile a tutta la vastissima platea di cultori del volo sparsa in tutto il mondo. La breve recensione di questa eccellente pubblicazione è stata agevole e rapida perché altrettanto fluida ne è stata la gradevole lettura con lo sguardo che si smarrisce fra foto rare ed inedite, e la limpida narrazione della genesi aeronautica-industriale di un prestigioso velivolo che ha volato e vola con le coccarde Italiane
Gen.le (Pil. Civ.) Giuseppe Lenzi
già Responsabile P.R. 313° Gr.A.A. “Frecce Tricolori”
Abbiamo ormai imparato a conoscere il marchio Aviation Collectables, un’editrice specializzata in agili e compatti fascicoli evidentemente concepiti per essere raccolti, tutti insieme, in grandi collezioni. Sotto quest’etichetta, un team ormai consolidato, costituito da Federico Anselmino e Giancarlo Gastaldi per la stesura dei testi, da Mauro Cini per i disegni e il progetto grafico e da Claudio Col per le traduzioni in inglese, le note per i modellisti e il contributo alla grafica, si è da tempo specializzato in una collana dedicata agli aerei che in tempi moderni hanno prestato servizio con i colori della nostra Aeronautica Militare. In questa serie abbiamo già incontrato il Panavia “Tornado” nelle versioni da attacco (IDS, Interdiction/Strike) e da ricognizione e guerra elettronica (ECR, Electronic Combat/Reconnaissance), l’aereo da appoggio tattico AMX “Ghibli” ed il caccia F-16 ADF (Air Defence Fighter), un aereo che, seppur per un breve periodo e come soluzione di ripiego, ha svolto compiti importanti nella difesa italiana. Il protagonista di questo nuovo numero è il G.222, nato sotto i marchi FIAT e Aeritalia e ultimo “gioiello” uscito dalla matita dell’ing. Giuseppe Gabrielli; un aereo a suo modo straordinario per l’eccellente robustezza, la manovrabilità senza pari, la capacità di operare in qualsiasi condizione decollando da piste corte e semipreparate e per la sua versatilità di utilizzo. Qui ne troviamo tutta la storia, dai primi abbozzi fino all’intera vita operativa. Dalla base del G.222 deriva il moderno C-27J “Spartan”, per il quale ci auguriamo che presto Anselmino, Cini, Col e Gastaldi realizzino un’opera dedicata.
Ennesimo fascicolo che ripercorre la storia dello sviluppo, dell’entrata in servizio e dell’impiego operativo del Panavia Tornado (con le due versioni IDS ed ECR e un breve accenno alla ADV avuta in leasing dalla RAF) presso l’Aeronautica Militare Italiana. Ricca di immagini sia originali sia di fonte tradizionale (Aeronautica Militare. Panavia, Alenia), l’opera offre una grande quantità di informazioni dettagliate (soprattutto per quanto riguarda la colorazione dei diversi esemplari) di sicuro interesse per gli appassionati, ma anche per i modellisti ai quali sono inoltre dedicati la nota, i dettagli costruttivi e le specifiche dei colori (pagine 58-63) nonché i disegni di Mauro Cini, pubblicati al centro del fascicolo.
L’opera di Anselmino, Cini e Col (quest’ultimo ha curato anche la traduzione in inglese) ripercorre, anche con l’ausilio di abbondante materiale iconografico, la storia del programma militare europeo MRCA (Multi-Role Combat Aircraft), da cui nacque il consorzio Panavia, costituito dall’italiana Aeritalia (oggi Alenia Aeronautica), dall’inglese British Aerospace (oggi BAE Systems) e dal gruppo tedesco Messerschmitt-Bòlkow-Blohm (o MBB, poi EADS ed oggi Cassidian) che portò al Model 200 “Tornado”. Per scelta degli autori, il libro si focalizza sulla versione da attacco al suolo (IDS, Intderdiction/Strike) e su quella da ricognizione e guerra elettronica (ECR, Electronic Combat/Reconnaissance) dell’aereo, evitando di soffermarsi sulla variante per superiorità aerea (ADV, Air Defence Variant) che ebbe minor fortuna rispetto alle altre ed una carriera più breve e meno intensa. Nel corso del testo incontriamo le origini del programma, le percentuali di coinvolgimento da parte delle varie nazioni, le prime campagne di volo dei prototipi, la graduale integrazione di sistemi d’arma sempre più complessi, l’impiego in missione (con particolare attenzione all’operatività sotto le insegne dell’Aeronautica Militare), i Mid-Life Upgrade (o MLU). L’opera dedica anche molta attenzione ai modellisti ed agli appassionati di memorabilia, con una tavola centrale che ospita le varie livree impiegate, una pagina sui patch dei vari reparti di volo, materiale fotografico dedicato agli special colors ed un’appendice riguardante le scatole di montaggio reperibili sul mercato ed un walk-around fotografico con numerosi dettagli di esterni ed interni.