Missione soccorso: l’84° Centro C/SAR di Gioia del Colle

Un po’ di storia

L’84° Centro C/SAR trae le sue origini dall’84° Gruppo Idrovolanti costituito il 5 aprile 1924 a Venezia.
Nel 1937 il reparto divenne 84° Gruppo Ricognizione Marittima. Durante la seconda Guerra Mondiale l’84° Gruppo fu dislocato in diversi punti del Mediterraneo utilizzando idrovolanti Cant.Z 501, Cant.Z 506 e RS.14.
Al termine del conflitto il Gruppo continuò le operazioni nel campo del soccorso, basato dal 1948 a Vigna di Valle. Nel 1951 ricevette i Piaggio P.136 e gli HU16A a partire dal 1958 (in proposito vedi la monografia “HU-16A Albatross” nella collana Italian Aviation Series). Il 19 ottobre 1959 il Gruppo si trasferisce a Ciampino dove svolgerà mansioni S.A.R. e dove nel 1965 sarà ricostituito come Gruppo S.A.R. del 15° Stormo.
Nell’ottobre del 1979 l’84° Gruppo viene dislocato presso la Base Aerea di Brindisi ed assunse l’anno successivo la denominazione di 84° Centro Search and Rescue. Basato a Brindisi il Centro era equipaggiato con l’indimenticabile elicottero HH-3F Pelican. Nel mese di gennaio 2012 arrivarono gli HH-139A e contemporaneamente ci fu il trasferimento da Brindisi a Gioia del Colle, anche se sull’aeroporto brindisino gli uomini del SAR continuarono ad operare fino alla radiazione definitiva dell’ultimo Pelican, nel mese di settembre del 2014.

L’84°Centro C/SAR oggi

L’84° Centro C/SAR dipende dal 15° Stormo “Stefano Cagna” che è il reparto, all’interno dell’Aeronautica Militare, con il compito della ricerca e del soccorso in ambito nazionale, fino al limite delle acque territoriali e, fuori da questo contesto, in missioni cui l’Italia partecipa sotto l’egida della NATO e/o dell’ONU. Prima di parlare dell’84° Centro più dettagliatamente, spendiamo qualche riga per un breve sunto sull’organizzazione del 15° Stormo. Lo Stormo dipende dalla 1a Brigata Aerea Operazioni Speciali e opera, oltre che dalla base di Cervia, con reparti (Centri C/SAR) dislocati sul territorio nazionale:

83° Centro C/SAR basato a Cervia
85° Centro C/SAR basato a Pratica di Mare
80° Centro C/SAR basato a Decimomannu
82° Centro C/SAR basato a Trapani
84° Centro C/SAR basato a Gioia del Colle

A Cervia si trova anche l’81° Centro Addestramento Equipaggi (CAE), il 915° Gruppo Efficienza Aeromobili (GEA) e la 615a Squadriglia Collegamenti.
Inoltre, presso il 15° Stormo, è presente il 23° Gruppo “Personnel Recovery” (reparto ricostituito il 5 settembre 2018).

foto F.Anselmino / M.Cini

Tornando all’84° Centro C/SAR lo stesso è formato da una Sezione Tecnica, una Sezione Operazioni e da due Squadriglie, la 140a e la 287a. Come scritto la dipendenza gerarchica è al 15° Stormo, mentre per i servizi e la logistica il Centro si appoggia al 36° Stormo, reparto stanziato sulla stessa base aerea.
Il compito primario dello 84° Centro C/SAR è l’intervento per il soccorso in caso di incidenti a velivoli militari, segue quindi il servizio di SAR per la popolazione civile in caso di incidenti a velivoli, trasporto malati e/o organi e servizi a più ampio respiro per la Protezione Civile. Normalmente la richiesta di soccorso viene inoltrata dall’Autorità locale al Prefetto che la gira alla sala situazione dell’Aeronautica militare che a sua volta allerterà il velivolo più idoneo al tipo di missione richiesta.
Gli equipaggi dell’84° Centro C/SAR sono addestrati, oltre allo svolgimento di missioni S.A.R., anche a missioni di Combat Search And Rescue (C/SAR), missioni Slow Mouver Interceptor (SMI) e missioni Antincendio.

foto F.Anselmino / M.Cini

Una missione Combat SAR è tipicamente un’operazione militare che consiste nell’andare a recuperare del personale amico in territorio ostile. Con l’introduzione degli HH-139A gli equipaggi hanno mantenuto ed implementato le capacità operative necessari per affrontare ed eseguire missioni di Combat S.A.R. pur trovando un maggiore impiego in operazioni di S.A.R. nazionale.
Di fondamentale importanza e, sicuramente, il maggiore impegno per mezzi e personale, è l’attività SAR svolta a beneficio della popolazione civile. Discorrendo con il personale in servizio traspare il lavoro congiunto tra i servizi di diversi Corpi delle Stato, ed Enti civili, equipaggiati con elicotteri, anche se il Ten. Luca M.S. ci conferma “ad intervenire di notte siamo prevalentemente noi”. Questa capacità di intervento notturna è data dalla possibilità di utilizzare gli NVG (Night Vision Goggles). In queste missioni l’equipaggio tipo è formato da cinque elementi, il Capo Equipaggio, il Secondo Pilota, l’Aerosoccorritore, l’Operatore di Bordo e l’Assistente di Sanità. Oltre alle numerose missioni per soccorso di singoli infortunati o bisognosi di trasporto urgente alcune delle operazioni più complesse svolte dall’84° Centro C/SAR sono state quella della nave “Norman Atlantic”, in cui nel mese di dicembre del 2014 gli elicotteri del 15° Stormo hanno portato in salvo 56 naufraghi. Quella della nave “Blue Skym” e quella della “Ezadeen” che, abbandonata dall’equipaggio con 450 migranti a bordo, ha visto gli HH-139 portare a bordo, medici e marinai, di notte, con stato del mare sette.

foto 84° Centro C/SAR

foto 84° Centro C/SAR

Recentemente per condurre le operazioni necessarie nel modo più integrato possibile, in Europa è stato costituito, presso la base dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico, l’European Personnel Recovery Centre di cui fanno parte Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Spagna e Italia come nazioni aderenti e Canada, Ungheria, Svezia e Stati Uniti come nazioni partner.
Una ulteriore attività cui si addestrano gli equipaggi dello 84° Centro C/SAR è la Slow Mouver Interceptor (SMI), specialità che ormai da anni è una delle attività addestrative consolidate all’interno delle Forza Armata. A causa della bassa velocità di ultraleggeri e velivoli da turismo gli elicotteri HH-139A del 15° Stormo, i cui equipaggi di volo sono qualificati per attività SMI, sono i più idonei alla loro intercettazione. Questo tipo di missioni ha impegnato gli HH-139A anche in operazioni reali come ad esempio durante il G8 di Taormina o l’ultimo Giubileo.

foto F.Anselmino / M.Cini

Parliamo ora brevemente dell’elicottero utilizzato dallo 84° Centro C/SAR. Si tratta del derivato militare dell’AW139 civile, chiamato HH-139A dell’Aeronautica Militare; le lettere HH stanno per Hospital Helicopter. Già nella declinazione della sigla è racchiuso il principale compito di impiego della macchina. L’HH-139A è un bimotore di categoria media, i motori sono due turbine Pratt & Whitney PT6C-67C da 1872 shp che consentono una velocità massima di 310 Km/h circa e un’autonomia di 700 Km circa. Il diametro del rotore è di 13,80 m e la superficie di 49,57 m2. La lunghezza è di 16,65 m, altezza di circa 5 m. I pesi sono di 4.500 Kg quello a vuoto e 6800 Kg quello massimo al decollo. L’elicottero, nell’allestimento SAR per l’Aeronautica Militare, ha un equipaggio di cinque persone ed è allestito per portare barelle per infortunati (in funzione della gravità degli stessi, dei pesi, della quota e della altre condizioni atmosferiche).

Nell’allestimento MEDEVAC (soccorso aereo e sanitario di urgenza) le barelle trasportate variano da due a quattro. Bastano pochi minuti per variare la configurazione da un allestimento ad un altro. Il Reparto cura direttamente la manutenzione di 1° Livello (ogni 25, 50, 100, 150 e 200 ore di volo), mentre il GEA di Cervia si occupa, in via sperimentale, della manutenzione 300 ore. L’organico normale è di tre elicotteri, ma naturalmente può anche ridursi causa le manutenzioni previste, infatti al momento della nostra visita gli HH-139 erano due. L’Aeronautica Militare ha ordinato un totale di 13 elicotteri in versione SAR e due in versione VIP, questi ultimi sono in carico al 31° Stormo di Ciampino. Inoltre dal 2012 l’Aeronautica Militare ha ricevuto anche i due UH-139 ex Protezione Civile.

foto F.Anselmino / M.Cini

Come ci dice il Ten. Luca M.S. “naturalmente la parte più importante dell’intero 84° Centro C/SAR, come del resto di tutta l’Aeronautica Militare, sono le persone”. Nel corso della nostra visita, il personale, pilota e non, più volte ha sottolineato la parola “squadra”, “team”, che in volo, su un elicottero impiegato in attività di soccorso, civile o militare, o di attività SMI, assume un significato ancora più importante. Tutti quelli a bordo concorrono alla buona riuscita della missione, c’è ovviamente il Comandante aiutato dall’operatore di bordo che nella fase di riposizionamento sul punto lo supporta durante manovre di avvicinamento e atterraggio in zone difficili, soprattutto di notte.

Per diventare piloti di HH-139A, oltre naturalmente ad avere passato tutte le selezioni, si inizia al 72° Stormo di Frosinone dove, dopo 100 ore di volo sul TH-500B e 50 su UH-139, proporzione che può variare e dipendente anche dalla disponibilità degli elicotteri, si diventa piloti militari su velivoli ad ala rotante, per poi iniziare la vita operativa. L’addestramento quindi continua all’81° CAE di Cervia dove il pilota acquisisce l’abilitazione sull’HH-139. Una volta al reparto il neo arrivato continua il suo addestramento fino alla qualifica di secondo pilota Pronto Impiego Operativo (P.I.O.) che implica la capacità di compiere missioni operative e di montare d’allarme.

Il Lgt Raimondo C. ci racconta chi è e cosa fa l’Operatore di Bordo. Ha il compito della preparazione dell’elicottero in base alla missione prevista e anche suo è il compito dell’utilizzo del verricello. L’impiego del verricello è una delle cose più importante in una missione di soccorso.
Chi utilizza il verricello ha il compito di calare e recuperare l’Aerosoccorritore e/o i feriti e/o la barella, a lui spetta il compito della gestione dell’elicottero in questa fase delicata, gestione che avviene indicando ai piloti le variazioni di assetto. Normalmente l’altezza da cui avvengono i recuperi è definita in funzione di diversi fattori, ma poiché la lunghezza del cavo è di 90 metri, possono verificarsi impieghi da altezze elevate. Sempre come ci racconta il Lgt Raimondo C. “calare un aerosoccorritore appeso ad un cavo da un’altezza di 15 o 20 metri, su una barca a vela, lunga si e no 7 metri, con vento e mare agitato e quindi con l’alberatura della barca che oscilla, non è facile, ma è il nostro mestiere, e lo svolgiamo sempre e comunque in estrema sicurezza, grazie all’addestramento e alle capacità di ogni componente l’equipaggio”.

Indispensabile alla buona riuscita della missione è l’Aerosoccorritore, che come ci racconta il P.M. Giovanni S. è “colui che interviene per mettere in sicurezza il ferito e predispone il recupero dello stesso”. L’Aerosoccorritore può essere calato con il verricello o si può tuffare in acqua dall’elicottero in hovering. L’aerosoccorritore deve essere in grado di operare su qualsiasi superficie ma, vista la peculiarità dell’orografia nazionale, l’acqua è sicuramente l’elemento cui ogni Aerosoccorritore deve dedicare più energie e tempi per l’addestramento. Per diventare Aerosoccorritori si partecipa ad un concorso interno e quindi al corso che si tiene al CAE di Cervia.
L’Aerosoccorritore deve padroneggiare sia tecniche di soccorso medico che tecniche di utilizzo dell’armamento di bordo e personale, difesa personale, deve essere qualificato come sommozzatore ed essere anche addestrato al pattugliamento e alla sopravvivenza, anche queste ultime due tecniche sono apprese presso il CAE di Cervia.

foto F.Anselmino / M.Cini

Concludendo la nostra giornata allo 84° Centro C/SAR non possiamo fare altro che essere orgogliosi della professionalità e capacità che ancora una volta emerge dall’Aeronautica Militare.
Abbiamo chi, in silenzio, senza clamore, per tutti giorni dell’anno, 24 ore al giorno, è pronto a decollare per venire a cercarci e ad aiutarci, senza chiedere nulla.

Federico Anselmino e Mauro Cini

Il nostro ringraziamento a tutti i “Duffy” dello 84° Centro C/SAR per l’ospitalità e la gentilezza che ci hanno riservato, un grazie particolare al Ten. Luca M.S. per averci accompagnato con pazienza.

 

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