Aer Lualdi L-56 –   Elicottero moderno poco fortunato

Nato dall’esperienza acquisita con i precedenti  L-55 ed L-57  l’ingegner Carlo Leopoldo Lualdi  progettò l’elicottero L-59,primo elicottero moderno  pensato e costruito in Italia , aveva una linea aerodinamica ed al tempo stesso elegante in perfetto stile “made in Italy”. La sua Cabina era ampia e confortevole con quattro posti comodi ed un ampia visibilità compresa quella posteriore inusuale e fu il primo elicottero ad utilizzare un elica anticoppia in vetroresina. Il rotore principale era bipala ed  aveva un diametro di 10,20 metri ed utilizzava il sistema “Rotor-Matic” della Hiller montato sugli HU-12, la sua motorizzazione era costituita da un motore a pistoni Continental IO-470-D da 260  cavalli alloggiato nel muso ed ispezionabile aprendo un cofano di tipo automobilistico. Nel 1960 ottenne l’importante certificazione americana FAA e nel 1961 il primo prototipo  fece l’apparizione al Salone Internazionale dell’Aeronautica e dello Spazio di Parigi le Bourget e l’anno successivo fu presentato al pubblico ed alle autorità civili e militari all’aeroporto di Roma – Fiumicino.

Il prototipo immatricolato I-GOGO venne acquisito dall’esercito Italiano per la sua valutazione  per un eventuale fornitura di macchine ed assunse cosi la matricola militare MM.576. Nonostante la modernità delle soluzioni e le buone prestazioni che superavano in alcuni casi elicotteri più blasonati della sua categoria non arrivarono ordini e la casa costruttrice Aer Lualdi (fondata nel 1956 dallo stesso Lualdi insieme agli ingegneri Aldo Bertuzzi e Galuco Corbelli) fu costretta a cessare le sue attività. La produzione di questo poco conosciuto elicottero Italiano si fermo cosi ai soli due prototipi che fortunatamente sono sopravvissuti sino ai giorni nostri.

 

Mauro Cini

 

 

Nell’immagine di apertura l’I-GOGO appena restaurato ed esposto  in hangar  dell’ aeroporto  militare di Casarsa della Delizia – Pordenone   durante i festeggiamenti dei 50 anni dell’Ala Rotante a Casarsa  nel maggio del 2008  (foto Mauro Cini)

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