Il 9 maggio 1972 arrivarono a Pisa i primi sette Lockheed C-130H Hercules e il reparto divenne la 46a Aerobrigata Trasporti perdendo così la definizione “medi”. Sei anni dopo, a partire dal 21 aprile 1978 iniziarono le consegne dei primi G.222 e il 2 maggio 1979 si concludeva ufficialmente l’era del C-119.
Il Centro Addestramento Equipaggi fu formato nel 1988 e il 1° novembre 1984 cui fu l’ultimo cambiamento di denominazione, il reparto divenne la 46a Brigata Aerea.
Il più recente passato del reparto vede la radiazione dei C-130H e il riequipaggiamento del 2° e 50° Gruppo con i C-130J e C-130J-30 a partire dal 18 agosto 2000, data di arrivo del primo “Hercules II” a Pisa, mentre il 98° Gruppo, radiato l’ultimo G.222 il 20 maggio 2007, utilizza l’Alenia C-27J anche se ormai la distinzione effettiva di appartenenza è riferita solo più agli equipaggi perché a partire dagli anni duemila, tutti i velivoli della Brigata sono in carico al Gruppo Efficienza Velivoli, costituito il 20 maggio 2002, per ottimizzarne l’impiego e, nel caso della 46ª, per incrementare la reciproca cooperazione tra i Gruppi, che possono beneficiare delle reciproche conoscenze ed esperienze per migliorare l’efficienza complessiva della Brigata.
Una particolarità della quarantaseiesima è Il rifornimento in volo, a circa metà duemila sono stati acquisiti sei kit per il rifornimento in volo, costituiti ciascuno da due pod agganciati all’attacco più esterno delle ali, e montati sul C-130J “Vega” 46, “Vega” 48 e “Vega” 49. Un esemplare era sul “Vega” 41, precipitato il 23 novembre 2009, e due non sono installati. I pod rilasciano il tubo con all’estremità un cestello, chiamato ”hose”, di due tipi diversi: uno è utilizzabile da velivoli ad ala fissa, attualmente sono abilitati gli “Eurofighter”, i “Tornado” e gli “AMX” dell’Aeronautica Militare, gli “Harrier” della Marina Militare ed i “Transall” dell’Armée de l’Air francese.
La 46a Brigata Aerea è uno dei reparti più importanti e conosciuti dell’Aeronautica Militare e a Pisa, ogni giorno, due equipaggi di allarme sono pronti a partire in 120 o 180 minuti a seconda dell’esigenza.
Federico Anselmino
(foto Aeronautica Militare e Federico Anselmino)