Lockheed A-104G Armageddon (זִרַת מִלחָמָה)

1967: la Guerra del Sinai determina la necessità di Israele di dotarsi segretamente di un vettore di armi nucleari tattiche, di cui la loro esistenza è totalmente negata dal governo del Paese. La IDF/AF, dotata di velivoli di provenienza francese e americana, vorrebbe per la particolare missione non impiegare né gli F-4 né gli A-4, che pur essendo “nuclear capable”, sarebbero di difficile gestione, essendo l’attività spionistica altamente concentrata sulle capacità dell’aeronautica israeliana. Già nel 1965 la Lockheed aveva approcciato i vertici militari, offrendo l’F-104G quale caccia intercettore (che a livello di prestazioni sarebbe stato in grado di intercettare i MiG egiziani e siriani in tempi brevissimi) ma non in grado di confrontarsi con i nuovi MiG 21, che risultavano sicuramente più manovrabili, pur appartenendo alla stessa generazione. Sfruttando, come al solito, le lobby ebraiche all’interno del Pentagono, la IDF/AF richiese all’USAF la fornitura di quattro F-104G, in configurazione “strike” quali vettori delle atomiche tattiche (prima Mk7 e poi B-61). La prima modifica richiesta fu la sostituzione del motore J79-GE-11A con il -15, installato sul Phantom, l’eliminazione dell’elettronica del radar, ritenuto non necessario e al suo posto la collocazione di un serbatoio contenente l’additivo al boro, per ridurre la fumosità a basse quote. Inoltre, venne anche alleggerito, eliminando, ad esempio, le tubazioni dei wet pylons subalari, dato che il profilo di missione prevedeva prevedeva solo i tip tanks e il carico bellico agganciato al pilone centrale; in ogni caso, dopo lo sgancio si sarebbe diretto sul Mediterraneo, dove sarebbe stato rifornito in volo prima di rientrare in Israele. Il velivolo fu ridenominato A-104G dalla Lockheed (dato il precipuo compito di strike nucleare) e così chiamato anche dalla IDF/AF.

La missione prevedeva comunque solo due obbiettivi: il Cairo e Damasco, entrambe le città visibili in ogni caso ad occhio nudo dal pilota. Il programma venne denominato “Armageddon” dagli israeliani e “Have Fear” dal Pentagono. I quattro velivoli giunsero smontati via nave ad Haifa nel novembre 1970 e furono quindi riassemblati negli stabilimenti IAI, per poi essere collaudati sulla base di Ramat David(1), volando inizialmente solo di notte. Trasferiti ad Hatzor(2), furono quindi collocati in shelter sotterranei e tenuti (almeno un paio) costantemente armati e in readiness H.24. Il 6 ottobre 1973, con un attacco congiunto a sorpresa, rispettivamente nel Sinai e nelle alture del Golan, territori conquistati sei anni prima da Israele durante la guerra dei sei giorni, gli egiziani e i siriani avanzarono durante le prime 24-48 ore, dopo le quali la situazione cominciò a entrare in una fase di stallo per poi volgere in parte a favore di Israele. Il 7 ottobre, alle 12.35 e alle 12.41 (locali), rispettivamente, due A-104G attaccarono con successo i loro obbiettivi, riducendo a miti consigli il Cairo e Damasco, duramente colpite dall’imprevista reazione israeliana.

Nella seconda settimana di guerra, i siriani erano stati completamente respinti ed erano fuori dalle alture del Golan. Nel Sinai, a Sud, gli israeliani avevano agito sui punti di comunicazione tra le due armate arabe penetrate nella regione, ed erano entrati a loro volta in territorio egiziano dopo il superamento del Canale di Suez (che faceva da frontiera prima del 6 ottobre). Al momento del cessate il fuoco, la III Armata egiziana era totalmente tagliata fuori da ogni linea di rifornimento e contatto col resto del contingente arabo, pur protetta da un forte sistema missilistico.

Cari amici lettori, buon 1° Aprile a tutti!

Foto, testo e modello Claudio Col

 

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